Carǝ lettorǝ,
è con grande piacere che vi annunciamo che anche la nostra redazione, fatta di uomini e donne in carne, ossa e bisogno di tempo libero, va in vacanza.
Perchè puntualizzarlo? Non solo perchè, sperando ormai di avere un gruppo di lettori e lettrici che ci segue settimanalmente, ci sembra giusto comunicare che riprenderemo con i contributi il 7 settembre, ma anche per fare una breve riflessione sull’importanza e il significato del tempo libero.
«Il tempo è lo spazio dello sviluppo umano. Un uomo che non dispone di nessun tempo libero, che per tutta la sua vita, all’infuori delle pause puramente fisiche per dormire e per mangiare e così via, è preso dal suo lavoro per il capitalista, è meno di una bestia da soma. Egli non è che una macchina per la produzione di ricchezza per altri, è fisicamente spezzato e spiritualmente abbrutito. Eppure, tutta la storia dell’industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta la classe operaia a questo livello della più profonda degradazione.»
(Karl Marx, Salario, prezzo e profitto, 1865).

A prima vista questa citazione sembrerebbe quasi scontata, ognuno di noi ha del tempo libero.
Ad uno sguardo più attento, sorge un dubbio soltanto facendo un rapido calcolo. Se consideriamo che una giornata è fatta di 24 ore e, in situazioni contrattuali ordinarie, lavoriamo 8 ore, ce ne restano 16. Purtroppo (o per fortuna) però, abbiamo biologicamente bisogno di dormirne altre 8. Ne restano pertanto ancora 8 di “tempo libero”. Anche quelle 8 però svaniscono in fretta se dobbiamo occuparci della casa, della spesa, dei pasti e dei panni (il cosiddetto lavoro domestico) o dei famigliari che hanno bisogno di assistenza, bambini o anziani che siano (il cosiddetto lavoro di cura). Inoltre, ci sono altri bisogni fisiologici che ci prendono del tempo e/o delle energie (non entro nei dettagli, ognuno ha i suoi, ma permettetemi di fare la femminista e pensare al ciclo mestruale mensile delle donne!) così come situazioni di salute più o meno difficili che necessitano di più riposo, di cure, di visite, controlli continui o quantomeno di pause.
Insomma, capirete da soli che in una giornata lavorativa il tempo libero è pressochè inesistente. Per leggere, fare una passeggiata, uscire con gli amici, andare al cinema, ad un concerto o ad una mostra abbiamo spesso bisogno del famigerato week-end. E come fa chi ha un solo giorno libero nel week-end? E chi ha come giorno di riposo il lunedì? Verrebbe da pensare che per loro ci sono le ferie dove rigenerarsi un po’. Ma quante e a che prezzo? 15 giorni all’anno con la fatica di incastrarsi con i turni dei colleghi? E i liberi professionisti e le partite IVA che non hanno le ferie pagate, come se la tolgono? Il quadro è eterogeneo e complesso. Una cosa sola è chiara: ogni essere umano ha bisogno e diritto di avere del tempo libero.
L’avevano già capito i Romani con l’otium, quel “dolce far niente” che sviluppa la creatività, il pensiero e le relazioni. Certo, nel loro caso si trattava di una possibilità data soltanto alla classe aristocratica mentre oggi, forse, il raggio è un po’ più esteso. La verità, però, è che quando mi guardo intorno vedo, da un lato, persone che lavorano troppo, e dunque stressate per il poco tempo libero, dall’altro, persone che ne hanno troppo, poiché inoccupate, e quindi senza i mezzi per viverlo. Lavorare meno, lavorare tutti, così si diceva negli anni Settanta. È l’ottavo obiettivo scritto nell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile Onu 2030: sarà la carota dopo il bastone? Vedremo.
Ci sarebbe poi da fare una riflessione su che cosa ci viene proposto nel poco tempo libero che abbiamo. L’industria del divertimento, dello sport, quella culturale, turistica, musicale, cinematografica (ecc..) non ci lasciano senza dubbio a mani vuote. Anche su questo punto c’è da fare “una lotta ancestrale […] la grande guerra di chi nel suo tempo libero vuole fare un po’ il cazzo che gli pare contro chi vuole decidere come si devono divertire gli altri. Anche detta G.G.D.C.N.S.T.L.V.F.U.P.I.C.C.G.P.C.C.V.D.C.S.D.D.G.A.” (Zerocalcare, Zerocalcare e la guerra civile di Pokemon Go, 2016.)

Buona lotta e buone vacanze,
La redazione di Fedora
Ps. A voi link (seri) per un ulteriore approfondimento:
https://thevision.com/attualita/time-poverty/

Classe ’91, di Torino. Amo viaggiare con lo zaino in spalla, passeggiare nella natura, leggere, organizzare feste, le manifestazioni, gli spazi e le attività sociali, i progetti di gruppo, il mio gatto Mao e il buon vino. Credo nella cooperazione e nelle relazioni interpersonali. Laureata magistrale a Pisa in filosofia, continuo ad occuparmi di tematiche legate al marxismo, all’ecologismo e al femminismo dall’approccio intersezionale.